I diritti di Arthur negati dalla burocrazia

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“Ciao Roxana come stai?”
“Sto bene … Arthur ha finalmente preso la carta di soggiorno, non ci credeva più e pensava di aver buttato altri 200,00 euro.”
“Dove sta ora? Perché non è venuto a dirmi che è tutto risolto? Viene solo per lamentarsi?”
“Dai Nello sai come fatto, se non era per me e per te non la avrebbe mai presa”.

Arthur è un cittadino ucraino allergico alla burocrazia arrivato in Italia da quasi 10 anni con un solo obiettivo: lavorare. Spesso dovendo accettare di lavorare in nero e di dover pagare per un contratto falso pur di poter rinnovare il permesso.

Finalmente Arthur ora ha ottenuto un permesso di soggiorno di durata illimitata grazie all’insistenza di Roxana, la sua compagna, e all’aiuto dell’associazione.

Arthur aveva già provato a richiederlo in precedenza senza successo, perdendo tempo e soldi. La procedura burocratica per il permesso di soggiorno illimitato è complessa e richiede la preparazione di molti documenti.

Il problema più grande da risolvere è stato produrre tutti i certificati per dimostrare di avere il reddito richiesto dalla legge.

Arthur e Roxana vivono insieme. Roxana ha un figlio. Tutti e tre risultavano facenti parte dello stesso nucleo familiare… in questo caso per ottenere il permesso Arthur avrebbe dovuto dimostrare un reddito più alto, dovendo giustificare il mantenimento di altre due persone…
Arthur però, in base alla legge, poteva avere uno stato di famiglia da solo e quindi siamo andati insieme all’ufficio anagrafe per modificare la documentazione.
Inoltre avendo ricevuto l’indennità di disoccupazione, doveva dimostrare di aver percepito questo sussidio richiedendo all’Inps la certificazione.
Finalmente così dai calcoli fatti Arthur poteva dimostrare di avere il reddito necessario.

Dopo avere preparato la busta da spedire alla posta, con oltre 50 fogli tra certificati, moduli, marche da bollo, gli dico “Arthur mi raccomando vieni una settimana prima dell’appuntamento in Questura che ordiniamo i documenti, e non dimenticare di andare all’Inps a prendere il certificato della disoccupazione”.

Dopo qualche settimana Arthur si presenta arrabbiato in associazione: “Sono stato all’appuntamento in Questura e mi hanno detto che i documenti non vanno bene. Domani devo prendere un nuovo appuntamento” “Ti avevo detto di tornare prima qui, gli dico arrabbiato. Adesso andiamo insieme all’ufficio immigrazione, perché se vai domani ti daranno un appuntamento fra 3 o 4 mesi e i molti documenti scadranno e non andranno più bene”.
Riusciamo ad ottenere un appuntamento dopo 30 giorni. Al nuovo appuntamento lo accompago dopo aver controllato la completezza e correttezza della documentazione e… il finale della storia lo conoscete dall’inizio.

Quello su cui riflettere, però, è che Arthur aveva un diritto e da solo non sarebbe riuscito a goderne.
Oggi Arthur è un uomo sicuramente un po’ più libero e anche se dovesse essere ancora costretto a lavorare senza contratto o in condizioni pesanti potrà scegliere, senza la paura di perdere il permesso di soggiorno, di ribellarsi e di denunciare gli eventuali sfruttatori.

Nello, Presidente di Nero e Non Solo!

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