“Terra di lavoro e… dignità”
Campi e laboratori Antimafia
Nero e non solo! Onlus con Arci, Cgil, Spi-Cgil promuove dal 2011 campi della legalità democratica e dell’antimafia sociale denominati “Terra di Lavoro e… dignità” sul terreno confiscato alla camorra in località Mèta nel comune di Santa Maria La Fossa (CE).
I beni erano di un cugino di ‘Sandokan’, il più famoso capo dei Casalesi, e del figlio di Bidognetti, altro capo storico dei Casalesi. Al centro di questi due terreni vi era una strada comunale dove era stata costruita un’azienda bufalina abusiva detta del ‘Villano’ con tanto di stalla, sala mungitura, capanni e strutture in ferro, sparite subito dopo il sequestro. L’associazione ha ottenuto in gestione questi terreni per realizzare attività agricole e l’inserimento lavorativo degli immigrati.
Santa Maria la Fossa è uno dei comuni della Provincia di Caserta ubicato nella zona conosciuta come quella dei Mazzoni, dove si produce una gran quantità di latte di bufala necessario per realizzare la mozzarella. Oggi la produzione del latte è realizzata da lavoratori indiani, che lavorano e vivono in condizioni difficilissime.
I CAMPI E I LABORATORI ANTIMAFIA si legano in modo indissolubile ai terreni confiscati alla criminalità organizzata, sono la naturale conseguenza della filosofia della confisca: restituire i beni alla comunità, renderli vivi, animarli per azioni di democrazia e giustizia sociale.
I luoghi, un tempo simbolo del potere mafioso, non solo divengono liberi e produttivi, ma sono abitati – attraverso l’esperienza dei campi – da centinaia di giovani (e non solo) per quasi tutto l’anno. Momenti di impegno e di formazione per costruire società.
L’intuizione di Pio La Torre, pagata con il sacrificio della vita, e la legge di iniziativa popolare, supportata da un milione di firme di cittadine e di cittadini, divenuta la “L. 109/96”, sono strumenti ancora oggi profetici. Hanno cambiato il modo di lottare contro le mafie: sottrarre a queste organizzazioni criminali il patrimonio accumulato illecitamente è importante perché combatte la ragione stessa della loro origine e azione.
Restituire i beni alla collettività significa allargare la responsabilità. Ma ciascuno deve fare la sua parte: per evitare l’isolamento di chi gestisce i beni e proteggere le terre e le abitazioni.
Con l’organizzazione dei campi vogliamo restare sulle strade di Pio La Torre e di tutte quelle donne e quegli uomini che non sono rimasti indifferenti. Lo facciamo a modo nostro, favorendo la partecipazione, attivi e responsabili oggi, perché ne siamo convinti, migliorando il presente, ci assicuriamo il futuro.