Mariya è nata in Italia ma non ha la cittadinanza

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Incontro Oksana davanti al cancello della scuola materna. Le nostre bambine frequentano la stessa scuola.

Oksana è una ragazza ucraina, il padre, deceduto molti anni fa, era un militare; ha vissuto in molti paesi dell’ex Unione Sovietica e parla diverse lingue. Ci conosciamo da diversi anni.

Quando mi vede ha un viso preoccupato mi chiede :”Quando posso trovarti in associazione? Ho bisogno di parlarti”. Le dico in quali giorni ci sono ed in che orari può trovarmi.

Come concordato viene in associazione, mi racconta di aver litigato con il marito e la suocera. Né lei né la bambina hanno la residenza a Caserta, perché la suocera tarda a firmarle la cessione di fabbricato; mi dice che è stanca, che vorrebbe avere un pediatra vicino casa, che vorrebbe inserirsi sullo stato di famiglia del marito, che è un cittadino comunitario.
La invito a parlare ancora con loro, a spiegare l’importanza per lei dei documenti. Trascorrono giorni e Oksana torna in associazione, ha in mano una cessione di fabbricato e mi chiede di compilarla, mi dice che ha bisogno di un’autorizzazione per il marito, che a breve si recherà in Polonia per registrare la bambina.

Esamino i documenti e mi rendo conto che la bimba non è sul permesso della madre. Le chiedo il motivo: sono incredula! Mariya non ha il passaporto. “Come mai? quale è la sua cittadinanza?” Oksana mi risponde che in Italia, alla nascita, è stata registrata come cittadina polacca, in modo tale da poter avere la doppia cittadinanza, ma in Polonia, per ottenere il passaporto, sono richiesti una serie di documenti, oltre alla rilevazione delle impronte digitali. Mi racconta di non aver voluto dare la sua cittadinanza, perché lo stato ucraino non prevede di averne due.
E’ un bel problema! La piccola non ha un passaporto, non ha una registrazione dell’atto di nascita nel paese di uno dei suoi genitori…

Scriviamo l’autorizzazione che dovrà essere consegnata alle autorità polacche, l’iter è lungo: solo dopo averla registrata ed ottenuto la carta d’identità, potrà essere richiesto il passaporto per Mariya.
Oksana va via, ci incontriamo, ancora una volta, davanti ai cancelli della scuola materna. Stavolta è più serena, le chiedo: “Come va?” mi dice che sta per recarsi al Comune per l’iscrizione anagrafica, e che deve tornare a casa per preparare le valigie per il marito: partirà l’indomani per la Polonia.

Finalmente la piccola Mariya avrà una cittadinanza, sorrido: questa bimba ha solo due anni, ma in questa sua breve esistenza già combatte con la burocrazia!

Valentina, Operatrice “Nero e non solo!”

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