Una mamma sola con la sua bambina malata

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Quanto può essere difficile la vita di una donna sola in un Paese straniero e con una bambina malata da accudire?

Conosciamo Emilie da quando è arrivata in Italia per riunirsi con suo marito. Da allora tante cose sono cambiate… I coniugi, ritrovatisi, avevano dato alla luce due bambine Naty e Khady.

Quando ho conosciuto la piccola Naty, con la mamma ritornava da un controllo ospedaliero. Naty infatti è nata con una grave malattia genetica. Quel giorno non c’era il suo papà. In verità non è mai stato molto presente nella vita della moglie e delle figlie.
Già in passato l’associazione era intervenuta per convincerlo a consegnare i documenti per il rinnovo dei loro permessi. Lui voleva che ritornassero in Senegal. Poco dopo il matrimonio terminava, ed Emilie otteneva la potestà esclusiva sulle bambine.

La salute di Naty peggiorava ed Emilie, dovendo restare accanto alla piccola tutto il giorno, non poteva lavorare per mantenere le figlie e far curare Naty.
Sola, senza casa, senza  lavoro, Emilie ha dovuto prendere una decisione che nessuna mamma vorrebbe mai prendere: riportare la bambina più piccola sana in Senegal affidandola alle cure dei parenti e restare in Italia con Naty per farla curare.

Emilie e Naty, tuttavia, non sono rimaste sole. Sulla loro strada hanno incontrato le operatrici di un centro per donne che, dopo averle accolte, le assistono da mesi ininterrottamente. E poi con Emilie e Naty ci siamo noi!

Quando è giunto il momento di rinnovare i permessi di soggiorno la situazione non era semplice: Emilie non poteva contare sul sostegno dell’ex marito né allontanarsi da Naty per lavorare.
Allora come rinnovare? Come garantire alla piccola Naty le visite mediche e le medicine?

Abbiamo valutato tante soluzioni. Una delle possibilità poteva essere di chiedere un permesso per attesa occupazione, accompagnando la richiesta con nostre relazioni scritte. Non è stato semplice raccogliere la documentazione. Alcuni documenti costano tanto; la sentenza di divorzio tradotta dal francese all’italiano, la legalizzazione in Prefettura. E la tassa per il rinnovo alle Poste, la marca da bollo…
All’appuntamento in Questura eravamo in quattro: Emilie, Naty, l’operatrice del centro ed io. Noi due ci alternavamo a tenere in braccio la piccolina, mentre la mamma prendeva le impronte. Dopo quel giorno siamo ritornati in Questura per consegnare gli utlimi documenti, perché qualche carta manca sempre, ma poi Emilie finalmente ha potuto ritirare il permesso.

Tra qualche mese dovrà rinnovarlo ancora, tuttavia per il momento è più tranquilla: ha un regolare permesso di soggiorno per continuare a stare in Italia ed assistere la sua piccola.

Naty frequenta l’asilo e lei ha più tempo per cercare un lavoro. Questo le consentirà di realizzare due desideri: continuare a far curare la piccola Naty e, magari un giorno, far tornare in Italia anche l’altra figlia Khady, per riunire così, la sua famiglia.

Anna, Operatrice Nero e non Solo!

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